Nello scorso intervento abbiamo
insistito sul fatto che è inevitabile, per una coppia, andare incontro a
conflitti. Anzi, ci siamo azzardati a dire che una coppia “in salute” è quella
che è in grado di vedere i conflitti al proprio interno e di affrontarli prima
che aprano una distanza incolmabile all’interno della coppia stessa. In questo
senso avevamo parlato dell’importanza di “litigare
bene”, espressione che sembra una contraddizione in termini, ma che, come
vedremo, ha il suo senso.
Se si litiga si è già “oltre
misura” – direbbe il senso comune -
quindi non è possibile “litigare bene”. Quando si apre un conflitto è
necessario mettere in atto tutto ciò che è a disposizione della coppia per
uscire da quella condizione il più velocemente possibile.
E’ una argomentazione,
quest’ultima, che su un piano teorico appare assolutamente sensata, ma nasconde
una pericolosa insidia: la possibilità
che, in nome del quieto vivere, si mettano a tacere e si nascondano sotto il
tappeto piccole/grandi incomprensioni di cui la vita di coppia è
inevitabilmente intrisa. Incomprensioni che sarebbe importante vedere e condividere insieme senza paura,
anche se comportano un conflitto. Portarle alla luce del sole le rendono
infatti affrontabili e permette di mettere in atto piccoli aggiustamenti
nell’equilibrio della relazione che alla lunga si rivelano indispensabili.
Come abbiamo già avuto modo di
dire, nelle relazioni il “non detto”
agisce molto più del “detto”. Un risentimento covato a lungo dopo
un’incomprensione mai chiarita fino in fondo produce scorie molto dannose nella
coppia, che si accumulano senza essere viste e i cui esiti, alla fine, sono
difficili da ricondurre alla modalità attraverso cui si sono create e
accumulate. Gli effetti, infatti, assumono un’altra “natura”, non
immediatamente riconducibile alla propria origine.
Provo a fare un esempio per
rendere il tutto più chiaro. Qualche tempo fa mi sono occupato di una coppia
che sembrava essere arrivata al capolinea per apatia e noia. Non avevano più
nulla da dirsi, nulla da fare insieme, nessuna iniziativa da condividere o
progettare. Tutto ciò che nello scorso intervento abbiamo chiamato mancanza di
energie e di investimento reciproco. Ma come si è arrivati a quel punto? - E’
stata la domanda su cui abbiamo lavorato con maggior attenzione – Come è potuto
accadere?
Ebbene, la risposta l’abbiamo
trovata esemplificata in un’infinità di micro-episodi in cui, pian piano, ognuno dei due ha fatto un piccolo passo
indietro nell’espressione di sé. Piccole limitazioni auto-inflitte per
paura di scontentare l’altro, di deludere, di non essere all’altezza, oppure di
essere fuori luogo o esagerati nel dire apertamente desideri, aspettative, frustrazioni,
delusioni, speranze. La linfa vitale di
una coppia (come di qualsiasi relazione), ossia gli aspetti emotivi ed
affettivi attorno ai quali si costruiscono scopi, progetti, desideri, ecc… è
stata progressivamente prosciugata dalla
paura. Paura di un possibile conflitto e di alterare l’equilibrio
raggiunto.
E’ così che ad un certo punto si
è affacciato il “deserto relazionale”,
senza che nessuno se ne sia accorto, nella misura in cui i reciproci
indietreggiamenti sono stati infinitesimali e quali impercettibili. Piccole
variazioni quantitative producono, negli effetti, cambiamenti qualitativi macroscopici,
come ci ha mostrato Hegel. Se mi tolgo un capello al giorno - per parafrasare
un suo esempio - rimarrò una persona con i capelli per un certo periodo di
tempo. Ma ad un certo punto diventerò calvo, semplicemente in rapporto alla
somma di tutti i capelli che avrò perso in un certo lasso di tempo. E’ così che,
nella coppia, piccoli indietreggiamenti nella possibilità di esprimersi e di
sollevare le proprie istanze producono grandi effetti: nel nostro caso noia ed
apatia.
E’ chiaro che questo è solo uno
dei modi in cui una coppia può perdersi. Ce ne sono molti altri, ovviamente,
che sono riferibili ad altre modalità e difficoltà ad impostare un rapporto
(compresa, all’estremo opposto, una conflittualità eccessiva). Ma, come
dicevamo la volta scorsa, il motivo di crisi di coppia che più frequentemente
mi capita di incontrare nell’esperienza di psicoterapeuta è legato alla
difficoltà ad esprimersi e a legittimare i propri vissuti.
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