Questa settimana prendiamo avvio da una mail che mi è giunta
proprio in rapporto alla rubrica “Psicologia e Vita” (all’indirizzo
info@bassanipsicologo.it). E’ la lettera molto carica di umanità di una giovane
donna che si avvicina alla grandiosa esperienza della maternità con qualche
comprensibile preoccupazione e un altrettanto legittimo entusiasmo. La domanda
che percorre tutta la mail potremmo sintetizzarla in questi termini: che cosa è indispensabile che io dia a mio
figlio? Che cosa è fondamentale che gli passi in modo da farne una persona
forte, sicura e, per quanto può dipendere da un genitore, felice?
E’ la domanda delle domande, per un genitore, e la Psicologia
dell’Età Evolutiva fin dalle sue origini (la Filosofia prima ancora) se l’è
posta in modo radicale. Cerchiamo di rispondere partendo da alcune espressioni
molto dirette di John Bowlby, il padre
della teoria dell’attaccamento.
“La caratteristica più importante dell’essere genitori? – si
chiede Bowlby in un passaggio centrale del libro “Una base sicura” – Consiste
nel fornire una base sicura da cui
un bambino o un adolescente possa partire per affacciarsi sul mondo esterno e a
cui possa ritornare sapendo per certo che sarà il benvenuto, nutrito sul piano fisico ed emotivo, confortato se triste,
rassicurato se spaventato. In sostanza questo ruolo consiste nell’essere disponibili, pronti a rispondere
quando chiamati in causa, per incoraggiare e dare assistenza, ma intervenire attivamente solo quando è
chiaramente necessario”.
C’è poco da aggiungere. Si può, forse, porre l’accento e
articolare in modo più approfondito alcune osservazioni di Bowlby. La prima è la disponibilità del genitore alla
protezione, all’incoraggiamento e all’ascolto. Un bambino trova la forza e
l’entusiasmo di esplorare il mondo se ha la certezza di poter tornare in un
luogo sicuro dove sentire il calore dell’amore
incondizionato. Su quest’ultimo termine è opportuno spendere due parole:
amore incondizionato, ossia senza condizioni, a prescindere da tutto e da
tutti. Un bambino deve sentire anzitutto di essere amato per quello che è, non per quello che fa. Deve sentire
che è bello stare con lui, che è piacevole condividere momenti ed esperienze,
che ha un valore assoluto in sé. Sarà questa la sua sicurezza da adulto.
Il che, ovviamente, non vuol dire che può fare tutto ciò che
vuole, ma che quel nucleo di amore e di valore assoluto non è mai in
discussione. Poi, nella quotidianità di un rapporto di crescita, ci saranno
anche i “no” e tanti piccoli-grandi conflitti, ma ciò che di volta in volta è in gioco sarà, per ogni circostanza, un
singolo episodio: la rabbia per una disobbedienza, la delusione per un
piccolo fallimento, la preoccupazione per un certo pericolo. Episodi comunque
avvolti da quella “disponibilità a rispondere” che Bowlby ha focalizzato così
bene.
Nella breve citazione di cui sopra c’è un altro aspetto
fondamentale rispetto al nostro tema, che ne rappresenta l’altra faccia della
medaglia: “Intervenire attivamente solo
quando è strettamente necessario”. Qui si cela una delle difficoltà
maggiori dell’essere genitori: lasciare che il proprio figlio provi a cavarsela
da solo fin quando non sia effettivamente in difficoltà e chieda aiuto. Se
l’amore incondizionato è infatti indispensabile per crescere psicologicamente
forti, la possibilità di affrontare le difficoltà e le frustrazioni senza
qualcuno che le “spiani” è altrettanto importante. Di prove, nella vita, ce ne
saranno parecchie da affrontare, ed è opportuno che ogni bambino faccia un po’
di palestra già nelle prime fasi di vita.
Poco oltre nel libro, in un altro capitolo che riassume una delle
sue ultime conferenze su questo tema, Bowlby rimarca in modo netto quanto siano
importanti questi aspetti. Rivolgendosi ai genitori si
esprime in questi termini: “I vostri
bambini saranno gli adulti che saranno in rapporto a come li avrete trattati”.
Ovviamente – e Bowlby ne è pienamente consapevole – non è in gioco solo il
rapporto genitore-figlio nella costruzione di un individuo, ma tutta la ricerca
contemporanea, a partire proprio dalle sue intuizioni e ricerche, conferma che
questo rapporto è la base della sicurezza dell’uomo che verrà.
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