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Visualizzazione dei post da luglio, 2017

ECCO COME CI INGANNIAMO MINUTO PER MINUTO

Nell’ultimo intervento, parlando dell’evitamento, abbiamo fatto riferimento ad un aspetto talmente importante della dinamica psichica che richiederebbe un libro intero: l’autoinganno . Proviamo qui ad osservarne alcuni aspetti, i più macroscopici, bypassando intenzionalmente tutti i corollari “tecnici” e le differenze con cui le diverse tradizioni di ricerca psicologica ne hanno trattato. Autoinganno, etimologicamente, non ha bisogno di ulteriori spiegazioni: è il modo attraverso cui ci inganniamo in rapporto alle reali motivazioni che ci spingono ad agire come agiamo o in rapporto all’effetto che hanno su di noi alcuni event i. Nell’immaginario del senso comune si tratta di un fenomeno marginale, che riguarda solo alcune persone e particolari momenti di vita. In realtà noi tutti ci inganniamo, e lo facciamo così frequentemente e convintamente da non rendercene neppure conto (com’è ovvio che sia, altrimenti che inganno sarebbe!?). Parto da un esempio, come sempre, per rendere più

LA PAURA CHE NON SI RIESCE A VEDERE

Chiuso l’excursus sul tema della felicità, torniamo a trattare dell’evitamento, o fuga, per usare un termine più comune. Dicevamo, nell’intervento precedente, di quanto sia potente la tentazione di scappare ogniqualvolta ci troviamo a che fare soprattutto con la paura e il dolore. Osservavamo anche quanto sia efficace, come strategia, la fuga, ma che poi generi “effetti collaterali” fortemente spiacevoli, ossia un potenziamento della paura o del dolore stessi e un forte impatto sull’autostima. Oggi focalizziamo la nostra attenzione sulle modalità attraverso cui la fuga interviene in modo quasi invisibile e “dissimula” le proprie mosse . Il senso comune individua come fuga la circostanza in cui una persona, di fronte a una opzione dolorosa, paurosa o semplicemente difficile, sceglie deliberatamente di non affrontarla . In effetti si tratta di una fuga, in senso proprio, ma la scelta consapevole di fuggire è il meno problematico degli evitamenti nella misura in cui è una scelta comple

ALLA RICERCA DELLA FELICITA'

In questa nostra puntata concediamoci una piccola pausa rispetto al tema dell’evitamento, sul quale abbiamo iniziato a riflettere nello scorso intervento. Parliamo invece di felicità. La felicità è il tema dei temi . Tutte le epoche, le culture, le civiltà, ognuna a proprio modo, si sono confrontate con il dramma della condizione umana, consapevole del dolore e della propria fine, e ne hanno cercato una via d’uscita. Nietzsche - come abbiamo già avuto modo di ricordare - è arrivato a dire che tutta la conoscenza umana, a ben guardare, non è che il tentativo di dare un senso alla sofferenza , e quindi, indirettamente, di rendere accessibile una qualche forma di felicità. In questo nostro piccolo spunto di riflessione non cercheremo di offrire né una sintesi né una chiave di lettura a un tema così vasto e complesso. Tenteremo, piuttosto, di abbozzare una modalità operativa che renda possibile per ognuno di noi chiedersi se è felice, tratteggiare una risposta e, soprattutto, una po